Ci sono tante forme di ospitalità, ognuna declinata in vario modo e molte purtroppo non ancora regolamentate con il rischio di disavventure, disagi o peggio, fornendo servizi scadenti agli ospiti. Il caso riguarda in particolar modo le forme di “turismo alternativo” rispetto agli ufficiali Alberghi e Campeggi. Sono infatti le aree di sosta, gli agricampeggi e gli agrturismi, che non sono sottoposti alle stesse discipline e regolamenti a rappresentare una concorrenza sleale all’interno del panorama turistico italiano.
Solo in Veneto, nell’ultimo anno gli agriturismi sono saliti da ben 1.456 a 1.580 ed anche se in numeri di presenza, hanno riguardato appena del 2,2% rispetto agli hotel, per Federalberghi Veneto, la Proposta di passare dai 30 posti letto a 45 (inizialmente era a 60) per struttura senza dover investire nel recupero delle strutture esistenti provoca storture e concorrenza sleale.
Allo stesso modo occorre investire nelle aree di sosta, nella loro regolarizzazione e negli agricampeggi che non sono ancora sottoposti a tutti i regolamenti dei campeggi e non garantiscono gli stessi standard qualitativi e di professionalità del management.