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FAITA Marche: alluvione del 15 settembre, occorre migliorare la manutenzione degli alvei

Nella notte tra il 15 e il 16 Settembre si è abbattuto sulle Marche un violento nubifragio che ha causato l’esondazione di fiumi e torrenti che hanno travolto e ucciso almeno 11 persone.
Per fortuna nessuno dei 10 campeggi a sud di Senigallia ha subito danni o è stato coinvolto nei drammatici eventi. Come ci ha informato Gabriele Borgogelli, delegato della FAITA per l’area di Pesaro e Urbino, solo il camping Cesano, situato vicino la foce dell’omonimo fiume, tra la provincia di Ancona e la provincia di Pesaro, è stato evacuato in via precauzionale a causa della piena e della mareggiata che stava rendendo difficoltoso il deflusso delle acque in mare, col rischio di esondazione.

Il campeggio comunque era in fase di chiusura al termine della stagione e i 25 ospiti si sono diretti presso altre località. «Purtroppo è la seconda volta che accadono eventi del genere: la prima nel 2014 e poi adesso, sempre a causa del fiume Misa», ha detto con amarezza Bergogelli, «possibile che non si riesca ad affrontare il problema?»


Secondo il delegato FAITA gli eventi meteo sono purtroppo imprevedibili ma proprio per questo occorrerebbe pensare a organizzare la manutenzione dei terreni i dei corsi d’acqua a monte con continuità per evitare che legnami e rifiuti si accumulino arrivando a valanga a valle alla prima pioggia più sostenuta del solito ostruendo gli alvei e provocando disastrose esondazioni. Un problema comune a moltissime regioni italiane, tutte attraversate da catene montuose o collinari ma che si continua ad ignorare. Se il problema è l’incuria inutile poi dare la colpa ai cambiamenti climatici.

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