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Come una notte elettorale può influenzare il turismo globale

Breve analisi delle elezioni

Le elezioni americane sono le più seguite nell’emisfero occidentale da oltre cinquant’anni e quest’anno non ha fatto eccezione…ma come i risultati elettorali potranno influenzare i flussi turistici? Flussi che sembrano indipendenti dalla geopolitica e che invece ne sono strettamente collegati. Primo fra tutti il caso della guerra russo-ucraina che ha visto le limitazioni ai visti turistici provenienti dalla Russia per l’area UE, limitazioni aggirate tramite il transito dei turisti per la Svizzera o altri paesi terzi. Insomma, cosa dobbiamo aspettarci? 

Se in prima battuta verrebbe da pensare che il motto “America first” sia da applicarsi anche al turismo, sbagliamo di grosso. In questi anni, infatti, il Belpaese ha avuto una forte attrattiva presso i turisti americani, è bene ricordare qualche numero di Eurostat riferito al 2023: con 21,4 milioni di pernottamenti di turisti USA, l’Italia è leader in Europa, avendo staccato nettamente la Spagna (10,8 milioni di notti) e la Francia (9,5 milioni). Oltre 5 milioni di notti in più (+31,2%) rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico, quando le cose andavano già bene. I turisti USA prediligono Roma (6,5 milioni di pernottamenti nel 2023, (1,7 milioni in più del 2019), seguono la Toscana (3,7 milioni, + 700mila), il Veneto (2,8 milioni, + 400mila) e la Campania (2,2 milioni, + 500mila).  Ovviamente le grandi città d’arte come Roma, Napoli, Firenze e Venezia la fanno da padrone ma bisogna ricordare che l’ottima campagna di ENIT ha saputo cogliere nel segno promuovendo anche i piccoli borghi.

E adesso? Adesso con un dollaro apprezzato sull’euro (leggasi più forte) e quindi un tasso conveniente per i turisti americani, che anche grazie agli ottimi risultati della loro economia hanno di recente avuto sostanziali aumenti salariali si prevede un forte aumento degli arrivi e delle presenze dei turisti a stelle e strisce, spinti anche dal giubileo in programma a Roma. In buona sostanza, a meno di “cigni neri” o di stravolgimenti globali di ampia portata, la rielezione di Donald Trump alla presidenza non dovrebbe cambiare i flussi turistici americani ma anzi, data la vicinanza politica tra le nostre leadership potrebbe addirittura essere incoraggiati gli scambi ulteriormente.

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