ENIT ha da poco pubblicato il rapporto 2024 sull’andamento del comparto turistico in Italia (primi 9 mesi). Il rapporto sottolinea l’importanza del settore del turismo nell’economia nazionale, che copre il 10,8% del PIL. Il turismo, inoltre, raggiunge un picco nel tasso di occupazione, dando lavoro al 13% della popolazione italiana. Si tratta di uno dei settori trainanti per l’Italia, oltre che uno dei più caratteristici.
I dati del Rapporto ENIT
Gli ultimi dati trasmessi da ENIT indicano di un vero e proprio boom per l’incoming dell’Italia, che rispetto al 2023 ha totalizzato il 3,7% in più pari a 235 milioni di arrivi. Il numero maggiore di viaggiatori che nel 2024 ha scelto l’Italia lo ha fatto per motivi di vacanza, portando un indotto pari a 48,8 miliardi di euro (+8,5% rispetto al 2023). Non ci sono solo vacanzieri però, nel Bel Paese, e le altre motivazioni sono:
- lavoro (13,7%),
- visite a parenti e/o amici (12,7%),
- studio (3%),
- shopping (1,8%).
Gli stranieri che hanno scelto l’Italia come la meta delle loro vacanze sono principalmente tedeschi (14,8%), seguiti dai francesi (13,2%), dagli inglesi (7,5%) e dagli americani (5%).
I motivi del viaggio
ENIT ha indagato anche sulle tipologie di viaggio che hanno portato numeri così alti di stranieri in Italia. Al di là dei grandi classici italiani di arte e cultura, che non smettono di spiccare nell’indice di gradimento dei turisti nel Bel Paese, il dato più significativo che emerge dal report è quello sul turismo enogastronomico, che negli ultimi 10 anni ha registrato un vero e proprio boom, crescendo del 176%.

Viaggiare per assaggiare le prelibatezze del territorio italiano era una cosa che agli inizi degli anni 2000 faceva solamente una nicchia ristretta di viaggiatori. Con il passare del tempo però, sia grazie alla comunicazione social che ai prodotti del Made in Italy, all’estero la cucina italiana ha conquistato il cuore degii ospiti che oggi vengono da noi anche solo per mangiare e bere bene. Questo sotto-comparto turistico ha generato, solo nel 2024, un indotto di ben 363 milioni di euro.
Dimostra numeri più che positivi anche il turismo rigenerativo, caratterizzato da una modalità di viaggio sostenibile. In particolare, questo tipo di turismo valorizza enormemente il territorio grazie ad iniziative di recupero ambientale a sostegno degli ecosistemi naturali e sociali. Ne sono un esempio la pulizia delle spiagge e la condivisione di tecniche anti-spreco che i viaggiatori che scelgono questa tipologia di viaggio mettono in campo durante i loro soggiorni.
Export e turismo: un legame fortissimo
Sono stati 1,1 milioni gli stranieri che hanno scelto questa tipologia di viaggio, tra cui spiccano i tedeschi, che sembrano apprezzare particolarmente le specialità enogastronomiche italiane. Lo hanno dimostrato con le loro più di 100.000 presenze e le oltre 361.000 notti che hanno passato da noi, ma soprattutto con gli oltre 58 milioni di euro spesi per assaggiare, mangiare e portare a casa i prodotti migliori della tradizione italiana. Questo non è affatto un caso, in quanto la Germania appare come il Paese in cui l’export del Made in Italy è maggiore.
Ivana Jelinic, amministratore delegato di Enit, a tal riguardo ha sottolineato che “la promozione delle nostre eccellenze all’estero funziona, come dimostra la correlazione tra l’export e gli arrivi in Italia. Facciamo conoscere le nostre offerte e da qui innestiamo una filiera produttiva che crea valore ed investimenti in Italia, grazie al ritorno in termini di spesa e soggiorni dei turisti internazionali nel nostro Paese”.
Tutto punta all’Open Air
I dati presentati da ENIT sembrano puntare tutti nella stessa direzione: l’Open Air. Come si sa, infatti, il comparto del turismo all’aria aperta presenta numerose caratteristiche che incontrano i gusti dei viaggiatori moderni. A confermarlo ci sono anche gli ultimi dati provenienti da Booking e che fanno riferimento ai viaggiatori alto spendenti (quelli, ossia, che rappresentano la fetta maggioritaria di clienti nelle strutture Open Air): il 44% è disposto a pagare fino al 10% in più per una vacanza rispettosa dell’ambiente, mentre il 39% afferma di potersi spingere anche oltre, se la sostenibilità è elevata.

Tra gli italiani, stando ai dati ENIT, il 63% dei viaggiatori predilige il turismo di prossimità e le località meno affollate. In particolare, a prestare attenzione al tema della sostenibilità sono principalmente i giovani under 35. Come sottolinea anche Jelinic, infatti, “i giovani mettono al primo posto la sostenibilità del viaggio, numerosi turisti internazionali prediligono esperienze all’aria aperta ed alla scoperta di mete alternative alle grandi città. L’Italia è in grado di rispondere a tute queste esigenze grazie alla sua offerta”.
Il settore dell’Open Air però, può fare anche di più, e anticipare le necessità dei viaggiatori del futuro, semplicemente perché per questo comparto si tratta di necessità indissolubilmente legate all’attività stessa. La sostenibilità ambientale diventa strutturale, poiché il rispetto dell’ambiente circostante le strutture è fondamentale per la vita della struttura. Anche l’accessibilità diventa una risorsa, in quanto le strutture all’aria aperta risultano essere molto più accessibili e facilmente modificabili in base alle necessità rispetto alle altre strutture.
Inoltre, per sua stessa natura l’Open Air è strettamente legato al territorio, alle attività locali e alle esperienze che valorizzano un turismo più attento e autentico. Infine, non c’è da dimenticare che le strutture all’aria aperta sono generalmente in grado di offrire un maggior numero di posti letto per singola unità produttiva.con un coefficiente d’impiego di addetti proporzionato ed in portare benefici più ampi all’intera economia locale.
Previsioni per il futuro
Gli esperti dell’ENIT hanno analizzato in prospettiva le possibilità di crescita del settore turistico esprimendo valutazioni ottimistiche. Secondo il report entro il 2034 il comparto turistico è destinato a crescere ulteriormente, e a migliorarsi. In particolare, si stima che arriverà a coprire il 12,6% del PIL e ad occupare il 15,7% degli italiani. Ivana Jelinic, a questo riguardo, dice che “I primi segnali del 2025 sono incoraggianti, puntiamo a migliorarci guardando sempre a nuovi mercati e possibilità sinergiche con l’unico obiettivo di portare sviluppo e occupazione in Italia”.