A dirlo è il quadro emerso da una indagine dell’Osservatorio sul turismo di EY Future Travel Behaviours su oltre 5 mila partecipanti di varie nazioni dell’Europa occidentale. Emerge che i giovani della generazione Z (composta tra coloro che sono nati dal 1997 al 2012) sono i più propensi a viaggiare all’estero (esito compatibile con la loro giovane età) e si preoccupano maggiormente delle emissioni di anidride carbonica emesse dai loro viaggi. Emerge anche come la maggior parte degli intervistati cerchi soluzioni di comfort e sostenibili dal punto di vista ambientale e che sia favorevole a pagare maggiormente il proprio soggiorno ed il proprio viaggio pur di compensare le proprie emissioni. Insomma il tema della sostenibilità è divenuto centrale per i giovani viaggiatori e anche per gli imprenditori. Tuttavia appena l’89% ha in programma un viaggio per il 2023 e ben il 65% degli intervistati è pronto a cambiare abitudini se si verificasse una perdita del potere d’acquisto, contro solo il 19% che dichiara di non voler rinunciare alle vacanze. Insomma le giovani generazioni (Millenials e Z) sentono il penso della crisi e dell’inflazione sui propri stipendi in misura maggiore che dei baby boomers e per questo, sono pronti a cambiare abitudini. Infine sono proprio i più giovani ad usare maggiormente gli strumenti digitali, sia per le prestazioni che per “vivere” le proprie esperienze e anche per poter lavorare da remoto, conciliando così il tempo libero con ritmi di lavoro meno stressanti. Insomma secondo la ricerca anche per i giovani, le vacanze migliori quest’anno sono all’insegna del relax e della natura nel pieno rispetto della stessa e godendo di soluzioni all’avanguardia ed all’altezza delle loro aspettative.